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Quattro chiacchiere con… RoscoPC

Oggi CLV incontra Luca Rusconi, in arte RoscoPC, ingegnere meccanico di professione, uno degli AFOL più conosciuti a livello nazionale ma che si è fatto apprezzare e conoscere in tutto il mondo, nonché uno dei fondatori di BrianzaLUG. Le sue creazioni, riproduzioni in scala di vetture di F1 (scala 1:5, 1:8, 1:27), sono delle vere opere d’arte, e le potete scoprire visitando il suo sito https://www.roscopc.it/.

CLV: Luca, innanzitutto benvenuto da parte di tutto il gruppo CLV LEGO® User Group, e da tutti gli appassionati LEGO® che ogni giorno visitano il nostro sito.

Luca Rusconi: Grazie dell’opportunità: è sempre un piacere passare del tempo con voi!

CLV: La prima domanda è d’obbligo, perché RoscoPC? molti nati negli anni ’70 ‘80 magari un’idea se la sono anche fatta, ma raccontaci tu cosa si nasconde dietro questo nickname.

LR: AHAH: chi si ricorda la cugina Daisy Duke ora avrà qualche diottria in meno! Ebbene sì, in quegli anni divenne molto popolare la serie TV di Hazzard, così come i suoi personaggi principali: tra di essi anche lo sceriffo Rosco P. Coltrane, che non era di certo il più scaltro della contea, ma quando scandiva orgoglioso il proprio nome per esteso te lo faceva rimanere impresso quanto quello dei protagonisti Bo e Luke a cui dava invano la caccia. Ebbene, il soprannome di Rosco mi fu affibbiato da amici e compagni come un accorciamento del cognome, e quindi ci convivo davvero da tantissimo tempo: diciamo che la versione attuale RoscoPC è stata quella che ho poi mutuato come nickname ufficiale sin dai primi passi online, anche prima di uscire dalla Dark Age.

CLV: Ricordi ancora da bambino con quali LEGO® giocavi? Ricordi quando è stato il momento dell’uscita dalla tua Dark Age? 

LR: Ho ricordi vivissimi del tempo passato a giocare coi LEGO®: dal primo set ricevuto a 3 anni (e montato con il prezioso aiuto di mio padre), passando per una marea di scatoline city (ho mangiato pure l’Ovomaltina per collezionarle), al classic space che mi piaceva perché c’erano gli hinge bricks con cui costruivo i robot dei cartoni animati trasformabili, per arrivare ai primi set Technic del 1977 che rapirono definitivamente tutte le mie attenzioni negli anni a seguire, fino ai tempi dell’università: anzi, direi che alla scelta della facoltà mi ci hanno portato proprio loro, e io li ho omaggiati utilizzandoli come esempio durante la discussione della tesi.

La Dark Age invece mi ha accompagnato fino al più classico dei ritorni: nel negozio di giocattoli per comprare qualcosa al primogenito! Restai fulminato dalla terna pneumatica 8455, e un po’ anche dal prezzo che nel frattempo avevano raggiunto certi set: questo aspetto fece storcere il naso alla consorte… ma questa è un’altra storia…

CLV: LEGO® e F1, un binomio che ti ha accompagnato fin da piccolissimo, ci racconti di quel settembre del 1975 al circuito di Monza?

LR: È un aneddoto che mi piace sempre raccontare: era il sabato 6 settembre 1975 e al termine delle qualifiche del GP d’Italia le due Ferrari avevano monopolizzato la prima fila dello schieramento, con Niki Lauda in pole e pronto a laurearsi matematicamente campione del mondo. Mio padre mi confidò che il circuito di Monza non era tanto distante da casa nostra, e io iniziai ad urlare affinché mi ci portasse, per farmi vedere le auto dal vivo. Ogni suo tentativo di spiegarmi che ormai le qualifiche erano terminate fu vano, quindi mi caricò in macchina e si diresse in autodromo, pur sapendo che difficilmente avremmo visto molto: gli sono grato che nonostante tutto rischiò di affrontare una potenziale delusione, perché in effetti la gita fu tutt’altro che infruttuosa! Arrivati al parco la folla era già defluita quasi completamente, gli spalti erano vuoti e i cancelli dietro ai box erano chiusi e presidiati dalle forze dell’ordine, così ricominciai ad urlare a squarciagola il mio disappunto. Ad un certo punto un signore con un vestito elegante venne verso di me e mi chiese come mai stessi facendo più chiasso della filodiffusione dell’autodromo, e gli spiegai che volevo vedere le auto di Formula 1, perché mio padre mi aveva detto che erano lì dentro. Quel signore gentile disse ai poliziotti di aprire il cancello e farmi entrare, mi prese per mano e mi chiese se volevo vedere la Ferrari: ovviamente annuii, e così si rivolse a mio padre chiedendogli se non voleva accompagnarci per fare qualche foto ricordo… Evidentemente mio padre era ancora più incredulo ed emozionato di me, perché molte foto vennero un po’ mosse, ma una di queste meritò un ingrandimento ed una cornice che è rimasta appesa sopra il mio letto da allora ed è ancora lì nella mia vecchia cameretta: un ricordo bellissimo e indelebile!

CLV: Da dove è nata l’idea di produrre modelli cosi dettagliati di auto storiche da F1?

LR: una volta uscito dalla Dark Age ho iniziato a riscoprire cosa mi fossi perso negli anni in cui non avevo più acquistato dei set né sfogliato un catalogo LEGO® in negozio. Sugli scaffali vidi la Williams 8461, ma il prezzo di listino lo giudicai proibitivo (soprattutto per garantire il proseguimento del matrimonio) e comunque non riuscivo a farmi piacere quel tipo di costruzione, con tutti quei vuoti e la carrozzeria solo delimitata dai tubi flessibili. Così acquistai su ebay dei set usati, sia 8461 che 8458, e iniziai a pensare di modificarli per correggere gli errori più pacchiani, come la forma delle sospensioni o la mancanza del fondo piatto, quindi i primi tentativi furono più delle MOD che delle MOC vere e proprie.Una volta sperimentato che le modifiche portavano ad un risultato molto più realistico, iniziai a ideare modelli diversi: per fortuna ho scoperto quasi subito l’esistenza di LDraw e MLcad, perché all’epoca stavo pensando di progettare i vari layer di montaggio disegnando i pezzi in Excel!!! A quel punto mi convinsi che l’unico modo per raggiungere un livello di realismo ancora superiore era di abbandonare l’estetica Technic e passare a quella più classica che oggi definiremmo Creator. Fu l’occasione per cercare di creare i modelli di F1 più famosi, che tutti avrebbero riconosciuto, e per me di unire la passione per i LEGO® e per quei modellini che possedevo o mi sarebbe piaciuto possedere da piccolo.

CLV: Come scegli i modelli che vuoi replicare in LEGO®

LR: All’inizio ho creato i modelli che avevo amato di più negli anni 70, ma come filo conduttore la scelta era fondamentalmente basata sul fatto che avessero introdotto qualche aspetto nuovo o addirittura rivoluzionario nella storia della Formula 1: l’auto a 6 ruote, la prima vettura a effetto suolo, la prima con gli alettoni, quella con il ventolone, la prima con il motore turbo, ecc.

Diciamo che tendenzialmente è un’impostazione che seguo ancora, anche se effettivamente il parco vetture si è ampliato parecchio e col tempo ho capito che l’unica cosa che mi muove davvero è che scocchi una scintilla, ovvero che un certo modello, per un motivo o per l’altro, mi appassioni al punto da farmi desiderare ardentemente di riprodurlo al meglio delle mie possibilità, riaccendendo la sfida e la creatività.

CLV: Puoi descriverci quali sono gli aspetti principali per la realizzazione di un tuo modello? Dall’idea al risultato finale?  

LR: Qualcuno mi ha definito un “manierista”, intendendo sottolineare l’attenzione ai dettagli, forme e proporzioni: in fondo la testa quadra dell’ingegnere mi fa puntare proprio a quello, ovvero alla fedeltà assoluta all’originale piuttosto che ad una personale interpretazione del modello.

Sulla scala 1:8 quindi ci sono delle caratteristiche imprescindibili che sono sempre presenti, come sterzo e sospensioni funzionanti, tubi di scarico e architettura motore, ed altri più specifici del modello come minigonne, barre antirollio e ventolone, anch’essi funzionanti. Il fatto è che tutto deve essere il più possibile identico all’originale quindi, per non lasciare nulla al caso, progetto completamente i miei modelli in MLCad prima di costruirli. E prima ancora di progettarli scalo i disegni di riferimento in excel, decidendo di fatto la scala esatta e le dimensioni del modello sulla base degli pneumatici posteriori, che sono praticamente l’elemento comune a tutti. Così la sequenza di progettazione parte dai dati ufficiali della vettura, come passo (distanza longitudinale tra asse anteriore e posteriore) e carreggiata (distanza trasversale tra le ruote di uno stesso asse): una volta che le ruote sono nel punto esatto da lì si parte con le sospensioni, riproducendone la geometria, i triangoli, i braccetti, tiranti, bilancieri, ammortizzatori, punti di ancoraggio al telaio, cremagliera di sterzo, barre stabilizzatrici, ecc. Il telaio prende forma di conseguenza, ospitando anche il motore con il suo frazionamento, serbatoi, radiatori, abitacolo. La carrozzeria rimane un po’ l’ultima ad essere rifinita, anche se poi sarà l’unica cosa che verrà notata da uno sguardo distratto.

CLV: Modelli con un’anima LEGO® Technic e una livrea Creator, si direbbe un mix perfettamente riuscito 

LR: Devo ammettere che quando ho iniziato a sfornare le prime MOC non eravamo in molti ad usare questo approccio: qualcuno lo chiamava Model Technic (parafrasando il tema Model Team). Per me è stata una scelta dettata esattamente dal risultato che mi prefiggevo, e negli anni ho osservato compiaciuto come la stessa LEGO® abbia progressivamente utilizzato un mix simile “contaminando” da un lato i grossi set Creator (ma anche Star Wars ad esempio) con strutture portanti Technic, e dall’altro i grossi set Technic con dettagli Creator per aggiungere qualche particolare estetico più realistico.

CLV: Con la realizzazione della Tyrrel P34, in scala 1:5, hai realizzato veramente un modello incredibile, da dove è nata l’idea di utilizzare gli Axle Connector per la ruota posteriore e come sei riuscito a dare forma e consistenza alla stessa?  

LR: Diciamo che le due cose sono state premeditate e partorite in fasi distinte. Qualche anno fa avevo proposto al mio gruppo BrianzaLUG di acquistare in bulk quel connector in gomma 45590 con l’idea di poterlo poi utilizzare per costruire dei cingoli (idea che piacque ad altri appassionati Technic e fece approvare il pezzo). L’idea invece di passare ad una scala superiore per la Tyrrell P34 la covavo da tempo, con l’intento di riprodurre la sospensione anteriore ed il sistema di sterzo della 6 ruote fin nel minimo dettaglio: in scala 1:8 infatti è impossibile perché le 4 ruote sterzanti sono molto più piccole delle normali ruote di una F1, e quindi le dimensioni ridotte richiedevano dei compromessi. Applicando la solita procedura di progettazione già descritta, ho semplicemente ipotizzato di utilizzare il caro (in ogni senso) pneumatico 32296 (che su tutti gli altri modelli è al posteriore) per realizzare le “ruotine” anteriori: di conseguenza, il pneumatico posteriore doveva essere proporzionalmente più grande: gli 81,8 mm di diametro all’anteriore corrispondono ad una scala di 1:5, e pertanto il diametro al posteriore doveva essere di circa 134 mm… e da questo dato ho iniziato a ragionare: ovviamente i connectors 45590 essendo in gomma nera hanno un aspetto adeguato, buon attrito, doppio foro a croce che permette di collegarli sfalsati tramite assi 10L realizzando una specie di maglia molto resistente, flessibilità per adeguarsi anche ad essere disposti in cerchio (realizzando il battistrada) e ad essere anche compressi sul lato non impegnato da un assale (realizzando la spalla dello pneumatico). Tutte queste caratteristiche mi hanno portato a disporli in anelli da 25 pezzi ciascuno, per ricoprire un telaietto circolare realizzato con beam Technic e slope curvi, in modo da poter sostenere poi adeguatamente il peso del modello senza schiacciamenti. Sui lati poi ho creato un gradino per ridurre il diametro simulando il profilo arrotondato tra battistrada e spalla dello pneumatico, e lasciando che verso l’interno si comprimessero tra loro liberamente. Infine con una tecnica simile e utilizzando beams 2L e pins ho realizzato la superficie curva del cerchione, che si raccorda internamente ad un coperchio nero 47676 dei vecchi contenitori trasparenti in cui venivano venduti i mini set Creator tanti anni fa.

CLV: C’è un modello al quale sei particolarmente affezionato? Ci spieghi anche il perché?

LR: La Tyrrell 1:5 costituisce un esercizio in cui ho condensato tutto quanto ho appreso e sviluppato negli anni: sicuramente la sfida tecnica più grande che potessi pormi. Ciò nonostante, per come affronto la progettazione di ogni modello, e per la soddisfazione che mi lascia una volta completato, devo ammettere che è sempre l’ultimo quello che mi emoziona di più. Almeno fino all’avvento del successivo…

CLV: I tuoi modelli sono amichevolmente definiti “Scassoni”, ci racconti questa curiosità?

LR: AHAH: anche questa è una storia ormai vecchiotta, e non ricordo nemmeno più di preciso né il periodo né il protagonista, ma in pratica un animo acceso (o leone da tastiera, come si definiscono oggi) coniò il termine “scassoni” probabilmente riferendosi ad una loro presunta fragilità, e sicuramente con l’intenzione di offendermi mortalmente: ovviamente l’arma migliore per smontare certi atteggiamenti è proprio l’ironia, quindi da allora ho sempre utilizzato questo simpatico neologismo e cercato di progettare i miei modelli robusti a sufficienza per non meritarselo 😉

CLV: E adesso sono arrivati gli “scassoncini”, repliche in scala 1:27, come mai questa scelta? E quali sono i particolari più difficili da riprodurre in questa scala.

LR: In tutte le cerchie di amici c’è sempre quello che parla tanto e costruisce poco: da noi si chiama PIX, ed essendo di origini venete lo conoscete bene anche voi. Ecco, PIX durante una delle sue tipiche pause tra la costruzione di una MOC e l’altra, mi disse perché non provassi a ridurre i miei modelli in scala minifig o Speed Champions, visto che c’era qualche esempio in rete ma di scarso appeal. L’idea francamente non mi aveva mai attirato, e quindi il primo tentativo è stato quasi uno sfogo compensativo dopo il gigantismo della Tyrrell 1:5. In ogni caso, confermo che il mio approccio è stato il medesimo, ovvero di realizzare dei modellini in scala (1:27 nasce proprio dalla dimensione del pneumatico posteriore) il più possibile proporzionati e fedeli al vero e alle sorelle maggiori, senza concedere nulla alla giocabilità o alla compatibilità con le minifig: so che questo può essere visto come un limite, e più di qualcuno mi ha già suggerito di fare qualche strappo alla regola… ma è più forte di me, e semplicemente è quanto ci si può aspettare da me! Nel frattempo altri AFOLs hanno iniziato a proporre modellini simili, giocando la carta dei rendering, facendo spam sui social, e magari inserendo qualche minifig: sicuramente è una tipologia di MOC molto più abbordabile e che viene completata anche grazie all’uso sapiente degli adesivi, e l’importanza di ogni singolo pezzo al risultato finale è molto più determinante in questa scala, che quindi mi obbliga ad essere talvolta più “artista” e a dover “rendere l’idea” piuttosto che a cercare una perfezione impossibile. In ogni caso ho sfornato qualche soluzione che è già stata scopiazzata, quindi suppongo che sia piaciuta.

CLV: Oggi, per qualsiasi appassionato, ricostruire i tuoi modelli è possibile. Per chi ti conosce per la prima volta, ci racconti come si può realizzare questo, e con che costi? 

LR: Da qualche anno le istruzioni di montaggio sono disponibili su Rebrickable: per ogni modello è possibile visionare l’elenco pezzi e farsi un’idea del loro costo medio, che dipende principalmente dal voler scegliere tra parti nuove o usate. I modelli più vecchi non avevano alcun tipo di “ottimizzazione”, semplicemente perché ho sempre progettato e costruito per mio diletto e soddisfazione personale, e quindi che un pezzo fosse raro o meno non mi ha mai preoccupato più di tanto: bastava esistesse in quel colore e nel quantitativo che mi serviva! Certamente una volta che, su pressante invito di AFOLs americani, hanno iniziato a circolare le istruzioni di montaggio, e quindi altri appassionati hanno iniziato a ricostruire scassoni in giro per il mondo, alcuni pezzi sono davvero diventati rari, altri sono praticamente scomparsi, e in ogni caso i prezzi sono conseguentemente saliti. C’è anche qualche caso fortunato in cui pezzi che all’epoca erano rarissimi poi sono stati riproposti da LEGO® in qualche set recente e sono diventati meno problematici, ma sicuramente pesano di più alcuni irrinunciabili pezzi ormai fuori produzione: io ad esempio continuo a suggerire di acquistare usati gomme e cerchi posteriori, perché solitamente sono tenuti molto bene e dopo un normale lavaggio sono in eccellenti condizioni, ma nonostante questo occorre mediamente considerare una spesa di almeno 500€ per uno scassone con pezzi nuovi.

CLV: È possibile realizzare delle versioni motorizzare delle tue vetture?

LR: Ci sono 4 modelli che nascono già completi di motorizzazione: la Brabham BT52 fu la prima nel 2010, la Ferrari 126c2 nel 2012, la Renault RS10 nel 2017 e la Toleman TG184 nel 2019. Tutti questi modelli hanno a bordo motori Power Functions, controllati nei primi tre casi dal classico ricevitore IR e alimentati dalla batteria ricaricabile, e sulla TG184 da una batteria BuWizz. Ovviamente il costo di tale componentistica va ad aggiungersi a quello già considerevole dei pezzi per il modello statico, e ora che LEGO® ha mandato in pensione anche il sistema Power Functions i prezzi sono in ascesa verticale.

Nel corso degli anni ho sperimentato che molti appassionati che acquistavano le istruzioni di montaggio mi chiedevano (spesso preventivamente) se fosse possibile realizzare tali modelli in forma statica: la risposta è ovviamente sì, e pertanto a partire dall’ultima Toleman ho preferito pubblicare direttamente istruzioni e lista pezzi che NON prevedessero più la motorizzazione. Tale scelta l’ho poi mutuata anche sulla riedizione della Ferrari 126c2, proprio in considerazione del fatto che la maggioranza degli utenti non ha interesse a “giocarci” quanto ad esporle in vetrina.

CLV: Esiste qualcuno al mondo, che li ha replicati tutti e vanta un parco macchine pressoché uguale al tuo?

LR: Assolutamente sì: c’è un gruppetto di aficionados che ha investito un rene (o il TFR, spero) per avere lo schieramento completo, e sono sempre i primi ad acquistare le istruzioni per un nuovo modello, appena le pubblico. Mi chiedono anche di spedirgli gli stessi adesivi che uso io, proprio per essere sicuri di ottenere lo stesso risultato!

CLV: Poter rendere felici altre persone tramite la propria passione crediamo sia una grande soddisfazione, sappiamo di dipendenti LEGO® che hanno comprato le tue istruzioni, hai anche ricevuto i complimenti di Clive Chapman (patron del Classic Team Lotus) che effetto fa?

LR: La mail di Chapman la conservo gelosamente, così come il Tweet della scuderia Williams!

Nonostante stia coltivando questo hobby da tanti anni, alle volte mi capita ancora di stupirmi per l’entusiasmo e la freschezza di chi vi si è avvicinato solo di recente, o di chi semplicemente ha scoperto ciò che faccio e ne rimane affascinato: è strano soffermarsi a pensare che c’è gente che apprezza ciò che fai al punto da investire tempo e denaro per realizzare una tua creazione, e per molti versi è una gran bella soddisfazione… ma se dovesse diventare lo scopo unico e principale del mio hobby significherebbe che non mi sto più divertendo io, e sarei diventato uno schiavo del consenso altrui. Questo è anche il motivo per cui non amo molto fare autopromozione!

CLV: Si riconosce la tua passione durante gli eventi LEGO®, quando racconti sempre con dovizia di particolari ogni aspetto delle tue creazioni, non lasciando niente al caso. Ma ci racconti qualche curiosità legata ai visitatori che hai incontrato? Immaginiamo ti siano capitati aneddoti divertenti. 

LR: In effetti è vero: ce ne sono stati diversi nel corso degli anni! Tralasciando le solite domande che prima o poi capita a tutti di sentire, ricordo un signore che mi disse “Bellissima quella lì bianca: peccato che abbia dovuto metterci il compensato sotto!”: ci misi parecchio a capire che non si riferiva al tavolo ma alle fiancate snottate della McLaren… ancora meglio la signora attempata che leggendo il pannello descrittivo della Lotus 43 tira una gomitata al marito e gli dice “Guarda che belle scatole faceva la LEGO® nel 1966, mica come quelle di oggi: peccato non averle viste a quei tempi!”.

CLV: Oltre a realizzare MOC di auto da F1, sappiamo che sei anche un appassionato di SW e la tua famiglia anche di altri temi LEGO®, come gestite in famiglia questo Hobby e soprattutto, dove li mettete tutti questi mattoncini? 

LR: Come ho detto, i primi tempi dopo la Dark Age sono stati un po’ conflittuali in famiglia: nessun dubbio sul far giocare i figli con i mattoncini, ma piuttosto sul fatto che i set del papà fossero così numerosi, o che gli acquisti su Bricklink si susseguissero… Diciamo che il tempo ha dapprima rasserenato gli animi (soprattutto quando ci siamo trasferiti nella casa nuova con molto più spazio a disposizione rispetto al bilocale precedente) e poi ha addirittura ribaltato la situazione! Già, perché pian piano mia moglie si è lasciata dapprima coinvolgere dal tema invernale che costruiva ed esponeva nel periodo natalizio, poi ha iniziato a montare i modulari, poi i Creator Expert, poi gli Architecture, e nel frattempo il figlio maggiore ha lasciato i suoi set Star Wars al fratellino svezzandolo dai Duplo, e mia figlia dopo aver fatto indigestione di Friends si è alleata con la madre per accaparrarsi tutti i set di Harry Potter e alcuni Ideas, così come i doppioni delle minifig collezionabili: per fortuna lo spazio nella loro Legoroom in taverna inizia a scarseggiare e ora devono iniziare a riorganizzare i set esposti, altrimenti anche Lo Hobbit e Il Signore degli anelli sarebbero già stati saccheggiati! Anche la mia Legoroom in mansarda è sempre da sistemare, ma ultimamente ho ridotto parecchio gli acquisti.

CLV: Grazie Luca per lo spazio che ci hai dedicato, il nostro augurio è di rivederci presto ad un evento CLV dove sei sempre il benvenuto, non vediamo l’ora di rivedere ed ammirare ancora le tue creazioni.  

LR: Assolutamente: è stato un piacere e non vedo l’ora che si possa tornare ad esporre e a stare serenamente in compagnia! Speriamo presto!

Istruzioni e liste pezzi

Le istruzioni per costruire le due versioni (Scassoncino 1:27 e Scassone 1:8) sono acquistabili sul sito Rebrickable.com e nella “scheda prodotto” di ciascun modello troverete anche i link per acquistare i mattoncini e gli elementi necessari per costruirli. Le istruzioni includono anche un file PDF per stamparsi a casa gli adesivi necessari al completamento della livrea dell’auto. In alternativa, è possibile fare richiesta ed acquistare gli stessi adesivi stampati e pre-tagliati su fogli di carta vinilica inviando una mail a luca.rusconi@roscopc.it

(intervista a cura di Luciano Cascone – CLV )